ITINERARIO TURISTICO DI MAZARA DEL VALLO

 

Il percorso ha inizio da piazza Mokarta, vivace centro cittadino, aperto sul lungomare Mazzini, al margine meridionale della città antica. Sistemata alla fine del XIX secolo, successivamente all'abbattimento delle mura, diviene il cuore direzionale dell'espansione otto-novecentesca e cardine dello sviluppo urbanistico in direzione sud.

Verso il mare, ruderi di mura contenenti una porta sono ciò che rimane del Castello Normanno del 1073, distrutto nel 1880. Percorsa via Conte Ruggero si entra per via Porta SS. Salvatore in piazza della Repubblica. L'antico "piano Maggiore", sistemato nel XVI secolo, viene architettonicamente definito tra il XVII e il XVIII secolo attraverso un intervento complessivo di costruzione e ristrutturazione degli edifici prospicienti che gli conferisce un aspetto barocco. A sinistra si estende l'ampia facciata porticata del Seminario dei Chierici, costruito nel 1710, cui sta di fronte il Palazzo Vescovile del 1596, ricomposto agli inizi del Settecento; sul fondo, un moderno edificio ha sostituito il settecentesco Palazzo Pretorio. A destra chiude la piazza il fianco della Cattedrale: principale tempio cittadino, costruito nel 1093 e più volte ristrutturato, nel 1696 viene riedificato nelle forme attuali (la facciata completata nel 1906; sul portale un rilievo con il conte Ruggero a cavallo, del 1584). L'interno, a tre navate, mostra deboli tracce del primitivo impianto e conserva reperti di età romana (sarcofagi) e importanti opere di scultura, realizzate dal Gagini nel Cinquecento.

Attraversato l'Arco del Toccheto sul fronte absidale, si percorre la via S. Giuseppe in direzione della distrutta Porta Mokarta: a sinistra prospetta sull'omonima piazza la facciata barocca della chiesa di S. Caterina, il cui impianto risale al 1318; nell'interno, la statua di S. Caterina di Antonello Gagini, 1524; poco avanti, a destra, la chiesa di S. Giuseppe, costruita nel 1630 e definita nel 1820. Tornati in piazza della Repubblica si imbocca via Garibaldi, principale strada commerciale del centro storico e antico asse di collegamento con l'area portuale; lasciatala, si piega in via Pino, sulla quale prospettano parti di un edificio quattrocentesco (casa Scuderi) e si giunge in piazza S. Veneranda, dominata dalla ricca facciata barocca della omonima chiesa, ricostruita, insieme al vicino monastero, tra il 1680 e il 1714. Lungo via S. Michele si giunge nella conchiusa piazza S. Michele, generata dall'innesto del fianco del monastero benedettino con la facciata della chiesa di S. Michele, il cui impianto, fondato nell'XI secolo da Giorgio di Antiochia, è stato ricostruito nel 1637. Da qui, per via S. Agostino si raggiunge la irregolare piazza S. Agostino sulla quale prospetta la chiesa omonima, elevata, tra il 1750 e il 1780, al posto di una precedente del 1496.

Tornati in piazza S. Michele, s'imbocca via Goti penetrando nei quartieri della Giudecca e di S. Francesco: il carattere popolare del tessuto insediativo caratterizza quest'area residenziale articolata in un labirinto di vicoli e cortili. Prendendo a destra via Porta Palermo, si giunge in piazza Porta Palermo, principale ingresso della città ; da qui per via Bagno e via S. Francesco si raggiunge la chiesa di S. Francesco, fondata nel XIII secolo e ricostruita nel 1680. Si retrocede in via Bagno che si percorre fino a piazzetta Bagno: principale arteria della città islamica e spina del quartiere mercantile in età medievale. Aggirata la piccola chiesa di S. Antonio Abate, all'angolo con via Pescatori, si segue la via Marina, a destra, aperto sul porto-canale, il nitido volume della chiesa di S. Nicolò Regale: edificata a pianta quadrata e con tre absidi aggettanti nel 1124, mostra un raro esempio di architettura normanna. Proseguendo, si fiancheggia la chiesa di S. Nicolò di Mira al Serraglio, che volge la settecentesca facciata verso S. Giovanni. La si lascia a sinistra e imboccata la via G. Sciacca si giunge nella rettangolare piazza dell'Immacolata, composta in forma regolare con la edificazione dell'ospedale - fondato nel 1596 e ampliato nel 1657 - e della chiesa di S. Calcedonio, costruita nel 1762. Seguendo via Girolamo Sansone si attraversa, a destra, piazza S. Teresa, sulla quale affaccia l'omonima chiesa innalzata nel 1690; da qui si arriva a piazza del Plebiscito, la cui sistemazione urbanistica, del XVII secolo, è stata promossa dai gesuiti con la fondazione, davanti alla cinquecentesca chiesa di S. Egidio, della sede del Collegio e della chiesa di S.Ignazio, terminata nel 1701. Percorrendo l'aristocratica via XX Settembre, si torna in piazza della Repubblica; proseguendo invece in via Plebiscito si raggiunge la chiesa di Maria SS. dell'Annunziata, costruita nel 1580 e il convento del Carmine del 1367, ristrutturato nel 1597 con un bel cortile interno loggiato.

 

Le bellezze naturali

Il mare e la spiaggia di Tonnarella, La zona costiera rocciosa di Quarara, zona gorghi Tondi con dei piccoli laghi (Riserva naturale), Capo Feto zona palustre (Riserva naturale).

Capo Feto, lago Preola, Gorghi Tondi: BIRD-WATCHING

Ricco, vario, interessante, magnifico: questi gli aggettivi che merita l'ambiente naturale del mazarese. Piccoli rilievi a settentrione, steppe (le sciare) ad occidente, terre ora brulle ora fertili ad oriente, costa a tratti sabbiosa paludosa e rocciosa a meridione. Particolare attrattiva costituiscono, per la bellezza del paesaggio e l'interesse naturalistico, i laghetti del Cantarro detti Gorghi tondi e il lago Preola ad est di Mazara, le paludi di Capo Feto ad ovest.

I primi si raggiungono attraverso la strada costiera che partendo da Mazara conduce verso Torretta Granitola ed una breve deviazione lungo una stradina di campagna. La loro "apparizione" improvvisa è di una bellezza sconvolgente.Sotto i raggi del sole risplendono come gemme tra le sinuose colline della ampia valle che li ospita. Sulle sponde di questi deliziosi specchi d'acqua e tutt'attorno ad essi crescono piante tipiche degli ambienti lacustri: il lentisco, la palma nana, la rara quercia calliprina, la scabiosa dai bellissimi fiori rossi, i gigli delle acqua e le canne. Questa piccola oasi è un forte richiamo per l'avifauna qui presente sia con specie stanziali che migratorie.I laghetti sono contesi da folaghe, tuffetti, anatre selvatiche, aironi rossi, le rive da ibis, stame, mignattai, usignoli di fiume, forapaglie e cannaiole. Non mancano i rapaci tra cui il nibbio reale, il nibbio scuro, il falco pescatore, il falco cuculo, il gruccione, la ghiandaia, l'upupa.La zona è ideale anche per piccoli mammiferi quali volpi, ricci, istrici, donnole e la timida testuggine palustre che trova riparo tra le canne. Da tenere presente che qui vige la regola "si guarda ma non si tocca" in altri termini: riserva naturale.Percorrendo, invece, la già citata strada costiera in direzione di Capo Feto si giunge alle omonime paludi. La denominazione, certamente poco allettante, è legata alle esalazioni malariche che ammorbavano, ora non più, la zona. Le paludi, che in Sicilia sono ormai quasi del tutto scomparse, giocano un ruolo importante nell'equilibrio faunistico migratorio. Capo Feto, infatti, in primavera ed in autunno diviene un trafficatissimo scalo internazionale per grandi stormi di uccelli migratori.Stagioni sicuramente movimentate per le gallinelle d'acqua e le piccole testuggini. Per fortuna la fitta vegetazione palustre che annovera piante rare come il limonium ramosissimum siculum, esclusivo di questo luogo e dei pantani siracusani.

 

Vi sono diverse località turistiche facilmente raggiungibili ed a poca distanza.

Marsala famosa per i suoi vini e per le saline (25 min.).

Selinunte conosciuta per i suoi templi greci (30 min.)

Agrigento (90 min.)

Erice (60 min.)

Scopello e Segesta (45 min.)

La riserva naturale dello Zingaro, S. Vito Lo Capo, Palermo (80min)

Trapani (50 min.)

Favignana e le isole Egadi e Pantelleria.